Padova “Urbs Picta” Patrimonio dell’UNESCO

Oggi vogliamo raccontarvi della città veneta di Padova e dell’onorificenza che l’ha incoronata Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.

Sabato 24 luglio 2021, è stata insignita di questo riconoscimento grazie ai cicli affrescati del XIV secolo distribuiti in modo diffuso nel suo centro storico. Padova – detta “Urbs Picta” che in latino significa “città dipinta” – aveva proposto i suoi cicli pittorici trecenteschi mettendosi in lizza accanto ad altre importantissime testimonianze storico-artistiche disseminate nel globo.

Ecco la motivazione con cui è stata accolta la candidatura e che ha portato all’orgoglioso conseguimento del titolo: “I cicli affrescati padovani illustrano l’importante scambio di idee che esisteva tra i protagonisti del mondo della scienza, della letteratura e delle arti visive nel clima preumanista di Padova all’inizio del XIV secolo. … Questo nuovo stile non solo influenzò Padova per tutto il XIV secolo, ma costituì la base ispiratrice per secoli di lavori di affresco nel Rinascimento italiano e oltre. Con questa vera e propria rinascita di una tecnica pittorica antica, Padova ha fornito un nuovo modo di vedere e rappresentare il mondo, annunciando l’avvento della prospettiva rinascimentale.”.

La città del Santo, in cui esimi maestri hanno svolto la loro attività artistica, è vicina alla nostra Vicenza e a poco più di mezz’ora dal nostro Agriturismo. Meta immancabile da visitare, città affascinante in cui perdersi a piedi nel centro storico e nei “dintorni”. Noi vi consigliamo il tour dei siti UNESCO, un viaggio nell’arte che incanterà grandi e piccini.

Gli affreschi, custoditi nell’antica città, sono uno straordinario esempio del genio creativo dell’uomo che si esprime nelle opere di Giotto e degli artisti che ne hanno seguito l’insegnamento.  I siti comprendono la Cappella degli Scrovegni e altri 7 luoghi di interesse dal valore universale sparsi per la città:

  • Cappella degli Scrovegni, capolavoro situato all’interno delle rovine dell’Arena Romana di Padova, custodisce il ciclo di affreschi di Giotto. Trentotto episodi della vita di Cristo e della Vergine – dipinto tra il 1303 ed il 1305: storie di Gioacchino e Anna, storie di Gesù e di Maria, allegorie monocrome di Vizi e Virtù, il Giudizio Universale.
  • Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo (Chiesa degli Eremitani) con gli affreschi di Giusto de Menabuoi, Guariento di Arpo, Altichiero (Storie dei Santi Filippo, Giacomo e Agostino; Zoccolo monocromo con Pianeti e sette età dell’uomo; Tondi con i dottori della Chiesa). I Musei Civici agli Eremitani conservano opere e dipinti del Trecento padovano tra questi la Croce di Giotto, gli affreschi staccati di Pietro da Rimini, quelli degli angeli di Guariento, ed altri ancora.
  • Palazzo della Ragione. L’antico tribunale medievale di Padova era stato completamente affrescato da Giotto con un ciclo di affreschi a tema astrologico che andò distrutto da un incendio nel 1420, successivamente gli affreschi furono rifatti dal maestro padovano Nicolo Miretto, Stefano da Ferrara ed altri artisti seguendo il modello giottesco preesistente.
  • Battistero del Duomo, mausoleo di famiglia dei principi della Signoria dei Carraresi, affrescato dal Giusto de’ Menabuoi nel 1378 con il tema della salvezza.
  • Cappella della Reggia dei Carraresi, cappella di famiglia in cui si può ammirare il capolavoro di Guariento di Arpo, decorata con scene del Vecchio Testamento.
  • Basilica di Sant’Antonio o Basilica del Santo, luogo simbolo del turismo religioso, è anche un importante luogo d’arte. Giotto ha affrescato l’odierna Cappella delle Benedizioni, della Madonna Mora e la sala Capitolare del Convento, poi furono coinvolti anche Altichiero da Zevio e Jacopo Avanzi nella Cappella di San Giacomo. Nella Cappella di Belludi, significativa è la veduta della Padova trecentesca di Giusto de’ Menabuoi, la più antica rappresentazione grafica di Padova.
  • Oratorio di San Giorgio, presso il sagrato della Basilica del Santo. Completamente affrescato da Altichiero da Zevio con un ciclo pittorico che ha per tema la vita di Cristo e dei santi protettori della famiglia Lupi (committenti dell’opera) cioè San Giorgio, Santa Caterina e Santa Lucia.
  • Oratorio di San Michele. Fu affrescato nel 1397 da Jacopo da Verona, collaboratore di Altichiero da Zevio, con storie della Vita della Vergine. Annunciazione, Natività di Gesù, Ascensione, Pentecoste, Funerali della Vergine. Rappresenta l’ultimo esempio padovano di pittura trecentesca e riassume tutte le innovazioni artistiche apportate da Giotto: la ricerca prospettica, la resa dei sentimenti umani, lo stile della narrazione più attuale.

Così è stato scritto di Padova e del suo prezioso patrimonio storico-artistico “Un vero gioiello, tra i tanti del Veneto: una città che custodisce tesori di portata universale; 3.694 metri quadrati di pareti affrescate in 8 luoghi, per mano di 6 artisti lungo 95 anni di storia in un’unica città“.

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